Ancora periodo di grandi movimenti societari in casa Inter. Dopo il passaggio di consegne da Moratti a Thohir, sul quale ci sarà ancora molto da aggiungere in questo “inverno caldo” per la società nerazzurra, ora le valutazioni in corso (sulle quali comunque Moratti pare avere ancora una certa parola) riguardano l’organigramma dopo il trasferimento delle quote di maggioranza. Le grandi corse riguardano le poltrone di direttore generale e direttore sportivo, oltre alla responsabilità dell’area tecnica che sarà ancora scorporata a livello formale.
La prima di queste “battaglie” pare l’abbia già vinta Piero Ausilio, uomo che nasce all’Inter come supervisore del settore giovanile ma ancora prima come “uomo dei contratti”, da buon avvocato di Cinisello Balsamo. In società fece il primo grande salto in avanti quando scoprì Balotelli a Lumezzane chiedendo uno sforzo al club che dovette comunque sborsare 280.000 euro a un club di Serie C. Sarà lui quindi l’erede di Marco Branca, prima vittima annunciata del rinnovamento del club, che comunque non rimarrà fermo e probabilmente avrà incarichi in un club straniero con ottima potenza di fuoco.
Il discorso relativo alla carica da direttore sportivo è attualmente un po’ più complessa. Si sono fatti i nomi di Corvino e Berta, ma esiste anche la solita “cordata storica” che cerca di tirare la volata a Javier Zanetti, il quale non teme per il ruolo quanto piuttosto si dovrebbe convincere a dire l’addio al calcio. Fatto non così scontato visto che tanti record sono ancora a un passo e la voglia non manca. L’idea è quella di convincere Zanetti (solo Moratti potrebbe farcela) e affiancargli per l’appunto un direttore dell’area tecnica che sia un vero uomo di campo.
Un Sartori del Chievo, per fare un nome che ad Appiano Gentile sono comunque due anni che circola. Un nome che non comporta esborsi stellari ma che sappia agire da “braccio armato”. Il tutto, mentre anche Figo potrebbe lasciare la sua figura di ambasciatore nerazzurro per accettare un incarchi in seno alla UEFA che gli fa la corte da almeno due anni.
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